Flat tax (tassa piatta ad
aliquota unica) oppure abbassare la tassazione progressiva Irpef sui redditi da
lavoro? È questa una delle grandi questioni su cui la politica italiana,
imprese e professionisti discutono ormai da parecchi anni (almeno dal 1994...).
Come ormai noto, a volere
fortemente l’introduzione in Italia
della flat tax, con aliquota
al 15% secondo la Lega e al 23% secondo la proposta di FI, è la coalizione di
centrodestra. Nelle ultime settimane anche il Governo giallo-verde sta
discutendo della possibilità di introdurre una flat tax sulla famiglie, ma con
molti dubbi da parte del M5S.
Le discussioni su come funziona la flat tax e
sopratutto su cos’è non
si sono placate e, dopo il servizio
di alcuni mesi fa in cui Report ha mostrato l’insuccesso della tassa piatta nei
Paesi in cui è stata introdotta è bene tornare ad
analizzare non solo la definizione della
misura ma anche i suoi risvolti pratici, vantaggi e svantaggi, partendo da un
esempio numerico.
Per i
lettori interessati si segnala il video allegato al presente articolo: si
tratta di una intervista che abbiamo realizzato nel giugno del 2017
all’Onorevole Claudio Borghi, consigliere
economico della Lega di Matteo Salvini. Si tratta di un’intervista datata ma
comunque molto significativa, soprattutto nella prima parte in cui si parla
proprio di flat tax. Se ne consiglia quindi la visione a chi volesse
approfondire ulteriormente il tema in oggetto.
Per spiegare in modo
semplice cos’è flat
tax proposta dalla Lega è stata usata la definizione di “tassa
piatta”: al posto delle attuali cinque aliquote Irpef e dei cinque
scaglioni di reddito, il centrodestra mira ad introdurre un’aliquota unica.
Nello specifico, è quella della
Lega la proposta definita come “più estrema”, con la flat tax al 15% per
tutti, persone fisiche e società.
Per il rispetto del principio
della proporzionalità
dell’imposta, secondo quanto previsto dall’art. 53 della
Costituzione, è prevista l’introduzione di due scaglioni: da 0 a 35 mila
euro e da 35 mila a 50 mila euro per i quali è prevista l’applicazione di una
deduzione fissa pari a 3.000 euro.
La deduzione si applica sia alle
famiglie che ai single per i contribuenti nel primo scaglione mentre per i
redditi pari o superiori a 35.000 euro spetta soltanto per i familiari a
carico.
Resterebbe invariato il sistema
di esenzione totale
per i redditi più bassi: si parla attualmente di una no tax
area per i redditi fino a 7.000 euro.
Secondo la proposta di Forza Italia, portata avanti da Berlusconi dal 1994, la flat tax dovrebbe invece essere al 23%, con un’esenzione fiscale per i redditi fino a 12.000 euro e, anche in questo caso, con sistemi di detrazioni e deduzioni per famiglie e redditi bassi.
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